Descrizione Uno dei più clamorosi successi letterari giapponesi di tutti i tempi è anche il libro più intimo, introspettivo di Murakami, che qui si stacca dalle atmosfere oniriche e surreali che lo hanno reso famoso, per esplorare il mondo in ombra dei sentimenti e della solitudine. Norwegian Wood è anche un grande romanzo sull'adolescenza, sul conflitto tra il desiderio di essere integrati nel mondo degli "altri" per entrare vittoriosi nella vita adulta e il bisogno irrinunciabile di essere se stessi, costi quel costi. Come il giovane Holden, Toru è continuamente assalito dal dubbio di aver sbagliato o poter sbagliare nelle sue scelte di vita e di amore, ma è anche guidato da un ostinato e personale senso della morale e da un'istintiva avversione per tutto ciò che sa di finto e costruito. Diviso tra due ragazze, Naoko e Midori, che lo attirano entrambe con forza irresistibile, Toru non può fare altro che decidere. O aspettare che la vita (e la morte) decidano per lui.
Recensione
Strana cosa la memoria. Nel momento in cui mi trovavo realmente lì, non mi rendevo nemmeno conto del paesaggio. [...] Ma in questo paesaggio non ci sono figure umane. Non c'è nessuno.
Norwegian wood di Murakami è il mio primo romanzo di genere nipponico, orientale con il quale ho un approccio così diretto. Era da tempo che volevo approfondire questo tipo di letteratura ma non sapevo dove mettere le mani, non sapevo da quale libro iniziare e avevo paura di sbagliare e rimanerne delusa o spaventata. Per fortuna una ragazza che ho conosciuto su Instagram, che è molto più ferrata sull'argomento di me, mi ha consigliato "Norwegian wood". Il consiglio è stato molto azzeccato, di fatto sono innamorata di Murakami.
Lo stile dell'autore mi è piaciuto veramente tanto, l'ho trovo molto realistico e vivo. In questo libro troverete un linguaggio scorrevole e naturale che vi farà venire voglia di non fermarvi mai ma allo stesso tempo, la delicatezza degli argomenti trattati vi chiederà di dare il tempo al libro e a voi stessi per potere metabolizzare ogni cosa. Un personale consiglio è quello di leggerlo con cura e attenzione, senza mai dare per scontato qualche elemento o frase.
Quando era morto Kizuki avevo imparato una cosa, e con rassegnazione l'avevo fatta mia, ho almeno così credevo. La cosa era questa: «La morte non è qualcosa di opposto ma intrinseco alla vita».
Non mi soffermerò a descrivervi la trama perché sarebbe riduttivo, preferisco concentrarmi su altri aspetti del libro. Il primo è sicuramente legato ai vari personaggi che ne danno vita. Partirei proprio dal protagonista Watanabe che è un ragazzo universitario. Viene da una famiglia umile, figlio unico, studia e lavora nel mentre cerca il proprio posto al mondo cosa non facile in un età in cui si è nella via di mezzo tra adolescente e adulto.
Il tema del "farsi spazio nel mondo degli adulti" è accentuato dall'autore proprio per la scelta di personaggi che hanno un età media di vent'anni. Watanabe conosce Naoko grazie al fidanzato di lei con il quale è molto amico. Con la ragazza ha un rapporto principalmente basato sull'affetto più profondo. Lui vuole prendersi cura di lei perché la reputa importante, sa che è fragile e che ha sofferto molto. Quello che lo spinge verso Naoko è più un sentimento di tutela, rispetto e un senso di dovere sociale ma personalmente, per quanto il protagonista si sforzi a dire che la ama, non penso che tra i due ci sia quell'amore che c'è normalmente tra una coppia. Tra di loro vive un sentimento forte, profondo ma per me è più vicino ad un sentimento onirico.
-perché è impossibile che qualcuno possa sempre proteggere un'altro, in eterno.
Diverso è il discorso per Midori. A parte il fatto che le due ragazze sono esattamente l'opposto l'una dall'altra caratterialmente. Mentre una è riservata, timida, silenziosa l'altra è più eccentrica, esuberante ma soprattutto piena di vita nel vero senso della parola. Midori è anche una ragazza un po' stramba ma sicuramente coraggiosa e amorevole e lei l'amore, quello vero e sincero, non lo ha mai conosciuto. Quindi il nostro Toru si troverà di fronte ad una scelta umanamente ed emotivamente impossibile ma sarà (forse) la vita a scegliere per lui. Ma si sa la vita a volte sa essere crudele anche quando vuole farti un favore.
LA MORTE NON È L'OPPOSTO DELLA VITA, MA UNA SUA PARTE INTEGRANTE.
È decisamente più incisivo e delicato il discorso sul rapporto tra la vita e la morte. Murakami riesce, in questo libro, a parlare della fine della vita con rispetto quasi reverenziale ma anche con una certa naturalezza come se stesse parlando di un argomento qualsiasi ma senza sminuirlo. È difficile trovare parole giuste per spiegarlo ma una mia personale percezione è la seguente: Noi, occidentali, sembra quasi che abbiamo paura della morte, preferiamo non parlarne se pur ne siamo consapevoli mentre nell'Oriente, fin da piccoli, nutrono questa consapevolezza intrinseca nella quale la vita non esisterebbe senza la morte e viceversa. Quindi la rispettano e di conseguenza rispettano la vita e fanno di tutto perché il loro passaggio sulla Terra abbia un senso, non risulti inutile o insignificante. Questo però non nega il fatto che soffrono incredibilmente per la perdita di una persona a loro molto cara.
«Un giorno prima o poi la morte allungherà le sue mani su di noi. Ne consegue che fino a quando ciò non avverrà essa non potrà toccarci in nessun modo».
Vi consiglio assolutamente di dare una possibilità a questo autore che potrebbe sembrare in un primo momento incomprensibile ma vi assicuro che ha molto da dare.
Voto: ❤❤❤❤❤
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