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Il tesoro del diavolo di Luigi Panella


Descrizione

Partendo dalle guerre che hanno portato all’inizio della dominazione angioina in Italia, fra tradimenti, fanatismi, amori proibiti e paure millenariste, Luigi Panella ci conduce fino alle rovine di Cartagine a bordo delle navi salpate per l’Ottava crociata, dando vita a un intreccio suggestivo e mozzafiato che unisce con sapiente maestria la tradizione del grande romanzo storico a una spy story dal finale sorprendente.



Trama

1265. Sono passati quindici anni da quando le strade di Yves le Breton e Umberto di Fondi si sono incrociate. Luigi IX “il Santo” regna in Francia, tormentato dal ricordo della disfatta di Mansura, mentre sul trono del Regno di Sicilia, insidiato dalle trame dei baroni, siede il figlio naturale di Federico II, Manfredi. Yves e Umberto sono invecchiati, l’uno schiacciato dalla responsabilità dell’officium, l’altro condannato a una solitudine impenetrabile. Ma il tempo non è riuscito a fiaccare l’impegno di Yves nel difendere la cristianità dalle insidie del maligno o la lealtà di Umberto al sogno di laicità e tolleranza di Federico II. Adesso, a distanza di tanti anni da quella notte a Gerusalemme che ha cambiato per sempre le loro vite, Yves e Umberto tornano a fronteggiarsi alla ricerca di un antico manoscritto e del tesoro del diavolo: un segreto di cui si è persa memoria dalla distruzione di Cartagine, un segreto talmente pericoloso che, se svelato, potrebbe segnare la fine del loro mondo e di un’intera era. Partendo dalle guerre che hanno portato all’inizio della dominazione angioina in Italia, fra tradimenti, fanatismi, amori proibiti e paure millenariste, Luigi Panella ci conduce fino alle rovine di Cartagine a bordo delle navi salpate per l’Ottava crociata, dando vita a un intreccio suggestivo e mozzafiato che unisce la tradizione del grande romanzo storico a una spy story dal finale sorprendente.


Recensione

Mi trovo costretta a chiedervi un favore, non mi chiedete di spiegare la trama. È complessa, ho impiegato diversi giorni per metabolizzare a fine lettura perché, il dubbio di avere compreso male o perso qualche dettaglio, pendeva su di me come la spada di Damocle. È un libro complesso sia per la trama con innumerevoli intrecci e collegamenti, sia per il linguaggio molto ricercato ma fortemente adatto al periodo di cui narra la storia. Ovviamente questi sono tutti pregi perché c'è impegno, ricerca e intelligenza dietro a tutto ciò.

Approfitto fin da subito per ringraziare l'autore per avere scritto questo gioiello e mi auguro di recuperare al più presto il primo "Nel nome di Dio" (I due testi non sono collegati al cento per cento tra di loro. Potete leggerli separatamente senza alcun timore. Di fatto, io ho letto questo che è il secondo e solo ora leggerò il primo). Ovviamente ringrazio la Rizzoli per averlo pubblicato e la coppia che rende ora la mia libreria ancora più ricca di storia. In fine, ma non meno importante, Matilde Bella che ha capito e assecondato la mia passione per la storia e mi ha coinvolto nel progetto dedicato a "Il tesoro del diavolo".


Fatto i dovuti ringraziamenti, torno a concentrarmi sul libro. Sinceramente non so bene cosa dirvi per convincervi a leggerlo, hmmm...leggetelo? È troppo riduttivo e imperativo. Vi dico che, se amate un poco la storia, se siete curiosi come l'Italia è diventata il paese che è oggi. Se volete sapere quanto a sofferto, subito il territorio su cui poggiate i piedi, se avete un briciolo di curiosità sui Templari o sugli inquisitori allora questo è il libro che fa per voi. Le conquiste si intrecciano alle perdite e alle sventure delle masse e dei singoli.


"Il tesoro del diavolo" vi farà comprendere non solo la storia di uno e più paesi ma anche la mentalità dell'uomo che poi non è tanto differente dall'attuale. Commettiamo ancora oggi l'errore di fare del male con la convinzione del bene.


I complimenti più sinceri ed autentici vanno all'autore per la sua bravura o meglio, capacità descrittive. Le battaglie prendono vita come un ologramma e i territori sono tangibili. Anche se, confesso che mi è mancata la ciliegina sulla torta: la mappa. Dio solo sa quanto apprezzo le mappe e gli alberi genealogici nei libri storici. Per questa mancanza meritate la penalità del mezzo punto nella votazione finale, per tutto il resto torno a ripetere a tutti voi di leggere assolutamente questo libro. Personalmente ho imparato un sacco e ora ne voglio sapere ancora di più.


Voto: ☑☑☑☑,5/5

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