Dal vincitore del premio Bancarella un grande romanzo storico. Fra intrighi di corte, bugie, assassinii e spettacolari evasioni, l’eterna lotta di Maria de’ Medici contro nemici intenzionati a sottrarle la corona ed esiliarla.
«Un romanzo appassionante» – Marcello Simoni
La Parigi del diciassettesimo secolo è l’essenza del vizio e della violenza. Maria de’ Medici, da poco sposa di Enrico IV di Borbone, si trova ben presto a fare i conti con le mire rapaci di Henriette d’Entragues. Con un documento scritto, Enrico stesso ha promesso alla propria favorita di prenderla in moglie, e ora quel foglio è l’arma con la quale ricattarlo. Ma non è l’unica minaccia: un’altra arriva da un gruppo di nobili che cospirano per rovesciare il trono. Avvertendo che le sorti proprie e del re sono sempre più critiche, Maria decide allora di affidarsi a Mathieu Laforge, spia e sicario abilissimo, capace di sventare più di una congiura. Ma la regina non sa ancora che il suo destino sarà segnato dalla lotta costante contro coloro che vogliono la fine del suo regno. Quando Enrico IV di Borbone muore, vittima dell’ennesimo complotto, all’orizzonte si profila, inarrestabile, l’ascesa di un astro di prima grandezza della politica francese: il cardinale di Richelieu. Sarà proprio lui, dopo la morte del re, ad acquisire un potere sempre maggiore, tradendo colei che più di chiunque altro ne aveva favorito la fortuna: Maria de’ Medici.
Recensione
Vi confesso che la conclusione di questa saga non mi ha delusa al 100% però non mi ha nemmeno emozionata. Probabilmente, dopo i primi tre volumi, le mie aspettative erano cresciute a dismisura 😅
"Parigi era in quei giorni l'essenza stessa del vizio e della violenza: un catino d'inferno, scagliato sulla terra, nel quale i poveri e i derelitti si arrampicavano gli uni sulle schiene degli altri nel disperato tentativo di uscirne e sopravvivere."
Inizio con questa citazione per parlarvi dell'ambientazione e dello stile di Matteo Sturkul. Su quest'ultimo, come sempre, niente da ridire. Il suo iter narrandi è sempre impeccabile, mai prolisso, usa un linguaggio coinvolgente ed intrigante. Con poche parole è capace di trasmettere al suo lettore, tutte le emozioni e fargli immaginare attraverso le sensazioni un mondo passato che normalmente è impercettibile. Ecco, Matteo Sturkul, rende tangibile la nostra storia, il nostro passato. Nonostante tutto ciò devo confessarvi che ho avuto la sensazione di una stanchezza dell'autore. Come se fosse ormai stremato di raccontare ancora la storia dei Medici e non vedesse l'ora di terminarla per dedicarsi ad altro. Questa mia percezione poi è stata confermata anche da alcune ragazze del gruppo con le quali ho letto in compagnia la saga, ma non biasimo l'autore per questo.
Per quanto riguarda l'ambientazione che è indubbiamente suggestiva e resa tale anche grazie all'autore, non riesco proprio a farmela andare giù. Non mi fraintendete ma io amo Firenze e sarei tanto voluta rimanerci, la Francia (senza offesa alcuna) non mi ha mai attirato più di tanto. Ma non possiamo farci niente a quanto pare, questa è la storia e come amo sempre ricordare: la storia non la si inventa ma la si può solo raccontare.
«Preparatevi a diventare regina di Francia. Poiché, quanto è vero che mi chiamo Passitea Crogi, voi lo sarete. Ma non gioite troppo in cuor vostro. Giacché il potere terreno corrompe i cuori dei giusti e la ricchezza ne guasta l'animo».
Ora però parliamo della storia. Questa volta siamo di fronte ad una trama molto più semplice, ricca di un intreccio elaborato si ma allo stesso tempo pulito, lineare e preciso. Partiamo dal periodo in cui Maria De Medici è sposa di Enrico re di Francia.
Maria è odiata a corte così come lo era Caterina ai suoi tempi ma tra le due non ci sono paragoni. Entrambe sono delle donne con la D maiuscola ma mentre Caterina era più vendicativa, Maria è magnanima e molto più diplomatica. Sotto tanti aspetti è molto più intelligente per la sua epoca.
"Eppure tutte le sue amanti, ed erano innumerevoli, sparivano al confronto con Maria, la sua regina."
Nonostante Enrico sia un uomo dai mille e uno vizi (le amanti sono in cima alla lista) Maria lo ama incondizionatamente, lo sostiene e gli fa da consigliere ma anche da amante assecondando i piaceri del marito. Il re ama l'intelligenza della moglie tant'è che si confida con lei su ogni aspetto e le decisioni più importanti le prende su suggerimento di Maria. Non saprei nemmeno dirvi su cosa si basa il loro rapporto perché lei accetta il fatto che il marito abbia un numero non meglio precisato di amanti ma ha capito che contrastarlo servirà solo a farselo nemico invece assecondando il marito, facendo finta di niente lei riesce ad avere un minimo di potere non solo personale ma anche attraverso il marito suggerendo strategie politiche.
«Vi sorprende che sapessi delle vostre avventate promesse, vostra maestà? Perdonatemi se ve lo confido solo ora, ma dovrete ben ammettere che sorprese come queste meritano tutta l'attenzione della quale una regina possa essere capace. Non ho mai detto nulla contro la vostra favorita, siete il re, ma ho l'obbligo di farlo nel momento in cui ella non solo ferisce il mio orgoglio e nega il mio ruolo ma intende addirittura compromettere il vostro Regno. Mi sbaglio forse?».
Di fatto Maria si ritrova sola se non con i due amici fiorentini che la venerano e quindi lei ricambia dando loro sempre più titoli e incarichi prestigiosi inemicandosi tutta la nobiltà francese.
"Affranta per la sua scelta, pur comprendendone e approvandone le ragioni, Maria aveva dunque deciso di giocare un'ultima disperata carta. Il suo obiettivo era proteggere il re da se stesso e da quella sua impulsività che già altre volte l'aveva condotto a commettere gravi errori di valutazione."
Diciamo pure che il peggio arriva quando Enrico muore e lei prende definitivamente le redini del paese. Si ritrova praticamente sola e ad un certo punto anche il figlio Luigi (legittimo re) le volta le spalle convinto da amici che la madre vuole rubargli il ruolo.
Luigi è un ragazzo giovane, suscettibile, con molti vizi e poche virtù - se pensiamo solo al fatto che, ancora fanciullo, voleva fare fucilare un lacche perché si è presentato al suo cospetto con la camicia stropicciata - è un ragazzo molto condizionabile per questo subito si approfittano di lui.
Insomma, il regno di Francia è immerso nell'oblio e chi sa che fine farà, bhe la storia ce lo racconta.
"Quella follia alla quale s'era affidato nell'ultimo anno, nutrita dalla smania d'essere giovane senza più riuscire a convincere nessuno, tanto meno se stesso, gli restituiva l'immagine di un uomo debole e stanco, incapace di accettare lo scorrere del tempo, ben lontano da quella dignità che tutti si sarebbero attesi da lui."
Ma, in tutto questo, come decade la famiglia Medici? È una domanda che mi ha perseguitata per tutta la durata del libro. Non riuscivo a comprendere come una famiglia così grande e influente, ricca e potente possa decadere con una sola persona. Che fine ha fatto il banco di Firenze? È fallito? E il resto della famiglia? Maria De Medici sicuramente è stata un personaggio fondamentale nella famiglia ma non riesco a comprendere come sia possibile, e nel corso di quest'ultimo capitolo della saga nulla me lo ha fatto intendere. Come fa a decadere una famiglia così grande che ha contribuito pesantemente nella società e nella storia attraverso moltissimi atti di coraggio, fede, attraverso l'arte che non è mai mancata anzi è stata una componente fondamentale nella loro dinastia?
"Si sentì di aver tradito il suo passato, di essere scivolata in una miseria che mai i Medici avevano conosciuto, di essere stata colei che ne aveva condannato il nome dopo che quella dinastia aveva significato per così tanto tempo potere, splendore, sfarzo, arte, bellezza per l'Italia e per il mondo intero."
Probabilmente sono nella fase di non accettazione dei fatti, mi rifiuto categoricamente di pensare che la famiglia Medici sia caduta con la fuga di Maria dalla Francia e automaticamente con la sua rinuncia a tutto ciò che è stata la sua vita. D'altra parte però non possiamo trascurare il fatto che, quando tornò in Italia non si recò a Firenze dalla sua famiglia ma si fece ospitare dall'artista e amico Rubens, questo sicuramente può farci riflettere. Ad ogni modo, la famiglia Medici, nonostante diversi errori e comportamenti poco corretti, ci ha lasciato un patrimonio di cultura e arte importante e dal valore inestimabile e, in tutto ciò, Matteo Sturkul ha saputo rendere giustizia alla storia di una famiglia grande e valorosa con esponenti che hanno cercato di rendere, non solo l'Italia ma tutta l'Europa, un posto migliore.
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