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Blog tour - le parole sono tutto



TAPPA NUMERO 2

Le parole sono tutto, anche il “Matrix” dentro a cui ci rinchiudono gli algoritmi I molti appassionati della trilogia di Matrix ricorderanno certamente la celebre definizione di Morpheus che, spiegando a Neo le differenze tra il mondo reale e quello artefatto in cui gli umani erano stati rinchiusi dalle “macchine”, gli parlò di «proiezione mentale del tuo io digitale». Concetto che potremmo parafrasare parlando, appunto, di proiezione digitale del nostro io reale accorgendoci, un attimo dopo, di trovarci dinnanzi a qualcosa di molto simile al mondo in cui viviamo oggi, in cui le GAFAM la fanno da padrone.

«Le parole sono davvero tutto ciò che abbiamo, a maggior ragione oggi per un motivo molto semplice: sono lo strumento che gli algoritmi utilizzano per calamitare la nostra attenzione e impadronirsi del nostro tempo», spiegano Alessandro Nardone e Francesco Fabiano nel loro nuovo ebook intitolato “Le parole sono tutto” (ed. Piemme, pp. 105, € 3,99), uno strumento utilissimo per mezzo del quale i due autori ci accompagnano tra le pieghe di un fenomeno che ha cambiato il corso dell’umanità intera.


Se gli algoritmi hanno fatto capolino nelle nostre esistenze con l’avvento di Web e telefonia mobile, possiamo dire che esistono un giorno e un’ora precisi in cui quella soglia fu varcata. Parliamo delle 9:00 del 9 gennaio 2007, al Moscone Convention Center di San Francisco, dove un certo Steve Jobs presentò l’iPhone, ovvero l’archetipo del gemello digitale nonché, di fatto, il primo vero smartphone della storia, capace di rivoluzionare le nostre vite rendendoci costantemente connessi.


Prima di allora il Web era confinato nei nostri computer: desktop o portatili che fossero, una volta spenti eravamo sostanzialmente liberi, mentre oggi il nostro tempo è costantemente frammentato da una moltitudine di input capaci di orientare i nostri comportamenti e manipolare le nostre opinioni.


Una vera e propria lotta, quella per sopravvivere rimanendo liberi in questo nuovo mondo i cui contorni sono stati ridisegnati tanto dalla pandemia quanto dalla rivoluzione “delle macchine” (per dirla con Matrix), che dovremo essere bravi a combattere, come spiegano Alessandro Nardone e Francesco Fabiano nella consapevolezza che «l’incidenza degli algoritmi nel determinare decisioni e opinioni deve senza alcun dubbio indurre sia noi liberi cittadini, sia i nostri governi, a prendere coscienza dell’estrema urgenza del tema della Sovranità Digitale che oggi, non a caso, fa il paio con quella energetica. Un’azione legislativa finalizzata a tutelare l’identità digitale di individui, istituzioni, mezzi d’informazione e aziende salvaguardando il diritto alla privacy, in mancanza della quale sarà inevitabile il compimento di una transizione da Democrazia a Datacrazia.»

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