Trama
Lascia fluire libero il tuo respiro affinché porti via con sé quelle paure che dentro te si sono ancorate ai tuoi ricordi, lascia che si disperdano nel vento e guarite dal tempo. Estirpale, grazie alla tua consapevolezza, fluisci leggero e percepisci la vita che vibra in te, ascolta tutto ciò che proviene da lei, e identificati con il tuo sentire, perché quello sarà esattamente tutto ciò che sei, niente di più, niente di meno, L'Anima, ti sta parlando! (Luca B.) Quanto può essere liberatorio, addirittura catartico, rivivere il proprio passato mettendolo nero su bianco? Attraversare a parole il dolore più profondo dopo che si è vissuto sulla propria pelle, riportare a galla emozioni sepolte di un tempo lontano, può diventare un messaggio di speranza, quasi una missione da portare a termine per far sì che tutta quella sofferenza non sia stata vana. In un viaggio a ritroso nel tempo, troviamo un bambino di soli otto anni che deve fare i conti con una realtà spaventosa: la sua mamma ha un brutto male che la sta portando lentamente via da lui. La rabbia e l'angoscia iniziali si trasformano ben presto in una radicale ribellione alle regole. E mentre i suoi genitori sono all'estero per tentare una terapia sperimentale, la loro mancanza diventa insopportabile. Per quattro anni la sua vita viene sconvolta da sentimenti che un bambino non dovrebbe mai provare, alla ricerca di un porto sicuro che è sempre più sfuggente. "La vita a volte può sembrare davvero spietata, ma è solo grazie alla sua prepotenza, che diventiamo ciò che siamo": dobbiamo solo imparare ad ascoltare la nostra anima per continuare ad attraversare la vita, senza più paura.
Recensione
Questa è la seconda volta che scrivo questa recensione visto che la prima è andata persa, non sono più riuscita a recuperare e riaprire il vecchio file. È una cosa molto strana se penso che Luca B. introduce il lettore spiegando la sua necessità di scrivere la propria storia e raccontando come ha perso la prima stesura del proprio libro. Coincidenza? Non so, non so davvero cosa pensare perché è veramente strano che una cosa del genere sia accaduta proprio con la recensione di un libro che rischiava di non esistere.
Ora però parliamo del libro in sé e inizio dicendovi che, secondo me, può avere due punti di vista. Possiamo “interpretare” Aforisma di vita da un punto più sterile, esterno, una visione più fredda che si basa solo sullo svolgimento della storia oppure, possiamo cercare di comprendere il lato più profondo e intimo della stessa.
Prendendo in esame il primo punto di vista, ci troviamo di fronte alla crescita di un personaggio. Il nostro protagonista iniziamo a conoscerlo all’età di otto anni e da lì seguiamo la sua crescita e il modo in cui decide di affrontare le avversità della vita. Le sue scelte possono essere giudicate o comprese. La perdita di un genitore, l’abbandono dell'altro, l’insofferenza alle regole, un quartiere difficile tutto questo e molto di più è ciò che circonda il protagonista del libro. Nel corso della sua vita affronta ogni singolo evento negativo (a volte tragico) ma la lotta più importante che deve affrontare è quella contro se stesso di fatto, per combattere le difficoltà della vita il suo equilibrio psico-fisico comincia a vacillare.
Per quanto riguarda il punto più profondo e intimo del libro dobbiamo guardare oltre le semplici parole. Prima parlavo della crescita e ora ne riparliamo ma non solo in forma anagrafica, ho nominato anche l’equilibrio psico-fisico e ora questi due elementi sono connessi tra di loro.
Trovare un equilibrio che sia in grado di tenerci in piedi durante le avversità è fondamentale e non si trova purtroppo dietro l’angolo. Non è un qualcosa che qualcuno ti può insegnare o che si può apprendere dall’oggi al domani. Questa ricerca è costante, un esercizio quotidiano che affrontiamo per riuscire ad andare avanti. È grazie al modo in cui reagiamo alle situazioni che ci si presentano inaspettatamente che acquistiamo piano piano un bilanciamento.
Se abbiamo accanto a noi persone in grado di aiutarci a trovare il baricentro, persone che ci indirizzino verso le giuste scelte e/o decisioni, questo nostro compito intrinseco che ci impone la vita stessa diventa, sicuramente, più semplice. Ma può anche capitare che queste stesse persone ci deviano dalla giusta strada.
Nel caso del nostro protagonista non c’era nessuno che potesse guidarlo anzi, a volte (probabilmente inconsapevolmente) quei pochi parenti/amici rischiavano di farlo deragliare. Per farvi capire meglio di cosa sto parlando: provate a immaginare il famoso gioco del “sempre in piedi” ecco, il protagonista sembra questo “giocattolo” che la vita continua a voler buttare giù ma lui si rialza sempre in piedi. Dopo un po' vedremo finalmente che qualcuno lo aiuta a trovare una stabilità e lo aiuta a crescere e sentiamo anche noi un senso di sollievo.
Aforisma di vita è uno di quei libri che non lasciano il lettore indifferente. Tocca le giuste corde dell’anima e il punto forte credo che sia questa più totale sincerità che trasuda da ogni singola parola, quasi disarmante. Personalmente ho cercato di fare miei gli insegnamenti che sono stati dati al protagonista, ho cercato di trarne il più possibile e di imparare questa nuova prospettiva. Ha funzionato? Si, non totalmente, le persone non cambiano dall’oggi al domani ma si, ora ho qualcosa in più. So qualcosa in più e cerco di metterlo in pratica su me stessa. Principalmente ciò che ho imparato è dare peso alle sensazioni che provo, a quei piccoli segnali che mi manda il mio corpo. Mi ha insegnato a riflettere sul passato analizzando alcuni eventi più importanti e il come e perché hanno influenzato la mia vita.
Perciò, se mi si chiede “vale la pena leggere Aforisma di vita?” Io risponderò sempre Si!
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